venerdì, marzo 10, 2006

 


LO SGUARDO SUL VIET NAM

La topografia indecifrabile della vecchia Hanoi; l'eleganza coloniale del suo quartiere francese; le strade che brulicano di gente dalla prima luce dell'alba.

L'allergia per il vecchio, l'antico, per tutto quel che richiama il passato. I motorini che ormai hanno sostituito le biciclette: e con la velocità spariscono anche i cappelli di paglia dei contadini, più consoni al ritmo della pedalata. Sulle motorette solo cappellini da baseball e foulard annodati stretti.

Case e mestieri insieme. Per ogni famiglia un negozio, un'attivita', un "business" come si chiama qui. Sul fronte della strada si commercia, sul retro si cucina e si dorme. Chi entra, partecipa degli odori e dei rumori della famiglia.

I giovani trascorrono il tempo chattando in internet, ovunque e sempre. Dove non si sentono cliccare vecchie tastiere, è il karaoke che impazza.

Mentre signore di mezza età e uomini dall'età indefinibile giocano in silenzio a badmington, con gesti ovattati, sui marciapiedi del quartiere francese.

In città le contadine si fanno strada nei vicoli sostenendo con naturalezza sulla spalla un bilanciere: i cesti appesi all'asta colmi di pane, frutta, dolci.

Mentre nelle periferie, dove citta e campagna non si distinguono, un odore acre riempe i polmoni. L'aria è piena del fumo di piccoli roghi dove si brucia di tutto, incessantemente. La città non lascia avanzi.

Più distante, il lungomare della baia di Ha Long gia' mostra tracce della futura devastazione. Gli hotel dei cinesi crescono a frotte di fronte ad un panorama che toglie il fiato.


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