martedì, luglio 06, 2004

 
24.06.04

SHENZHEN
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Tema: Shenzhen la citta' giardino.

Svolgimento: si prende ogni spazio libero tra orrendi casermoni di venti piani e si inframmezzano con autostrade, curatissimi micro-giardini e fazzoletti di prato all'inglese.

Pero' almeno qui il cielo si intravede e non grava su tutto la solita cappa di smog. C'è aria di mare.

In tema con lo spirito della citta' e' il nostro albergo. Purissimo stile veneziano nel mezzo di un parco divertimenti con giostre e monorotaia. La rincorsa degli americani e' nel meglio cosi' come nel peggio. Qui però il meglio si stenta a riconoscere.

Attorno migliaia di imprese, ettari di capannoni e dormitori. L'azienda che visitiamo applica un principio semplice nel suo arcaismo: perche' comprare una macchina utensile quando lo stesso lavoro puo' essere svolto da una quindicina di operaie che provengono dalle campagne del nord e dell'ovest, ad un costo inferiore? E' la celebrazione del lavoro umano come fonte di risparmio rispetto all'automazione: cose dell'altro mondo, appunto!

Per queste centinaia di operaie la vita è fatta di due o tre anni di lavoro senza sosta (e senza ritorno a casa), camerate da dieci letti, panni stesi davanti alla fabbrica, mensa e karaoke. Risparmiando abbastanza per ritornare al paese di origine, con qualche mezzo in più per sbarcare il lunario.

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